
Ethea
Ethea è un progetto di valorizzazione del territorio e sviluppo turistico a cui ho dato vita nel 2012 insieme ad un paio di amiche. L’idea di base è che tutti ogni paese abbia qualcosa da spendere nel mercato turistico. Esperienze, persone e punti di interesse da valorizzare non per diventare Disneyland ma per tenere il lume acceso sul moggio, perché lo spopolamento non trascini via anche la memoria collettiva.
Insomma, anche se non si ha una Venere di Botticelli in cantina, un Caravaggio in parrocchia o un volo dell’angelo per lanciare i turisti verso il paese vicino, è possibile accogliere i forestieri con una buona storia, se c’è qualcuno che sa raccontarla.
Ethea promuove uno stile comunicativo fresco, vivace e appassionato. Perché a scuola ci siamo andati tutti, e se qualcosa ci ricordiamo è quello che ci hanno spiegato i professori capaci di accendere i nostri sguardi.
Ethea promuove la consapevolezza e la memoria. Se Civita di Bagnoregio muore perché si sfalda il terreno su cui poggia, tutti i paesi delle aree interne muoiono perché vengono meno coloro che ne hanno tramandato la memoria, il ricordo collettivo, la storia. Il pifferaio di Hamelin si è già portato via quasi tutti i bambini, per cui rivolgiamo i nostri racconti a chi viene a trovarci.
Ethea promuove il turismo, che vuol dire la cultura dell’accoglienza. Sul web, sui social, al telefono o di persona, ogni etheano sa di avere a che fare con una essere umano, una persona che esprime il desiderio di conoscere il nostro territorio. Il turista non è un numero, né un invasore, né un pollo in batteria.
Ethea non aspetta finanziamenti pubblici per fare le cose. Questo per due ragioni: primo perché i soldi pubblici hanno la cattiva abitudine di esaurirsi e di far morire i progetti. Secondo perché non ci piace mendicare alle porte della politica: la sostenibilità è tale se si autosostiene.
In pratica:
- Sito web
- Fotografia
- Redazione testi
- Visite guidate
- Incoraggiamento all’inventiva e alla voglia di fare delle donne e degli uomini di volontà buona che promuovono i piccoli centri che abitano